Visione Psicodinamica
“L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.”- Freud
La branca della psicologia che studia, analizza e descrive gli aspetti della psicodinamica è la psicologia dinamica, sviluppatasi ampiamente grazie al contributo di Sigmund Freud. L’accezione “dinamica” sta ad indicare l’esistenza di una teoria della mente di riferimento quale ad esempio l’esistenza di forze o attività psichiche che possono interagire o entrare in conflitto, dando origine a caratteristiche di personalità e comportamenti che, se pervasivi e disadattivi, possono generare sofferenza e disagio mentale.
Psicodinamica è anche l’agilità nel muoversi tra le domande, le fantasie, le emozioni, le storie e i pensieri “in cerca d’autore” all’interno del teatro della seduta.
Etica
“Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere.”- Emily Dickinson
Ritengo che lo psicologo oltre a seguire il Codice Deontologico degli Psicologi debba essere guidato da una sua personale etica.
La mia è mutuata dagli insegnamenti di Maestri- che ho avuto la fortuna di incontrare dal vivo o su carta- e adattata alla professione.
- Rispettare la persona e il suo vissuto;
- Ascoltare attivamente la libera espressione del Sè e degli stati emotivi;
- Creare un ambiente accogliente – setting;
- Promuovere e sostenere la risoluzione personale e creativa dei conflitti;
- Considerare e tenere sempre a mente la serietà di questo lavoro.
Specificità soggettiva
“Il vero maestro non è colui che lega, ma colui che libera.”-Franco Battiato
Considero ogni paziente nella sua specificità soggettiva. Ogni situazione è singolare e specifica, così il modo di approcciarsi ad esso sarà specifico. Fermo restando l’esistenza di una meta teoria alla base del lavoro, non è il paziente a doversi adattare al modello ma è il modello a doversi adattarsi al paziente.
“L’esistenza dell’Uomo è un ex-sistere, cioè un portarsi oltre, un “trascendere” che oltrepassa ciò che si è, in direzione di qualcosa che non è già reale, ma è possibilità pura e quindi novità radicale.”
Relazioni
“La vita, amico mio, è l’ arte dell’ incontro” -V. De Moraes
L’Uomo nasce in un contesto di relazioni, e nel suo essere “gettato” nel mondo, in un mondo di Altri e significati già dati. Ed è in quest’ottica che appare ancora evidente la peculiarità e l’estremo potenziale della relazione terapeutica strutturata e dinamica al tempo stesso; dinamicità resa dalla quota soggettiva di creatività del terapeuta e del paziente.
Un gioco da fare in due perchè la cura è co-costruzione.
La Relazione è una relazione privilegiata costituita in un setting in cui spazio e tempo del vissuto vengono ri-narrati. La costruzione di significati e di sensi nuovi trovano una loro dimensione nella progettualità futura e realizzante.
Interdipendenza
“Più siamo indipendenti, meno siamo in grado di fermare la nostra indipendenza e sostituirla con una picevolissima interdipendenza.”- Z. Bauman
La relazione è il fondamento stesso del setting terapeutico. Nella nostra società l’indipendenza, anche quella affettiva, viene elogiata e promossa. Il confronto costante con gli altri ci porta a dover tenere in considerazione una quantità di aspetti e variabilità così grande da costituire una vera e propria sfida. Il confronto porta anche alla conflittualità e a dover essere in grado di gestirla. La felicità non nasce dalla mancanza di conflitti ma dalla nostra capacità di affrontare e superare le sfide che la vita ci presenta.
“L’indipendenza non è la felicità. Alla fine l’indipendenza porta a una vita vuota, priva di senso e ad una completa, assoluta, inimmaginabile noia” – Z.Bauman
Creatività
“La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.” – Gianni Rodari
Lo psicologo può fornire gli strumenti adeguati per orientare la propria vita in modo creativo. La creatività infatti è quell’attitudine a costruire e ricostruire nuovi mondi e nuove realtà. Come diceva M. Klein il mondo esterno è ugualmente reale al mondo interno, e in quanto psicologi noi siamo chiamati ad occuparci di quest’ultimo. Così, date le premesse di una mente psichica sufficientemente funzionante, paziente fisicamente presente e setting sufficientemente funzionante non c’è nulla che non possa essere detto, narrato, disegnato e giocato nella stanza “psi”.
Per concludere…
Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no” senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell’altro.
Søren Kierkegaard